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Eaux et montagnes, fleurs - Karine Maussière

Data: da 04/05/18 a 05/06/18

Orario

Dal 4 maggio al 5 giugno 2018
Lun-ven ore 17.00-19.00
Sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento

Inaugurazione: venerdì 4 maggio ore 19.00-22.00

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via Apuania, 55
Zona: Quartiere Nomentano (Roma nord)

Informazioni

Modalità di partecipazione: Ingresso libero

Contatti

Telefono: 06 44258243

Descrizione

L’artista Karine Maussière, girovaga fuori dal tempo, è una fotografa. Scatta immagini istantanee con una piccola fotocamera Instax, con tutto quanto ciò comporta in termini di unicità, imprevedibilità, casualità. Abitando sulla costa Mediterranea, l’artista riprende il mare a perdita d’occhio, e le Alpi prive di qualsiasi presenza. Crea dei polittici utilizzando sequenze su pellicola istantanea, ciascuna incastonata nelle classiche orlature bianche. Studia la loro collocazione una a fianco all’altra, in modo che la linea d’orizzonte determini la traccia generale dell’assemblaggio. Per questo le fotografie, dando la precedenza all’orizzonte, si presentano tra loro sfalsate, o a formare una curva.

Karine si rifà alla concezione cinese del paesaggio. In ogni paesaggio Shanshui l’acqua e la montagna sono sacre. In ogni paesaggio Shanshui anche la calligrafia ha la sua importanza. Il gesto fotografico di Karine Maussière è un gesto calligrafico. Mi spiego: i bordi bianchi determinano degli sbalzi nel paesaggio, come distanze di tempo e di spazio impossibili da misurare tra una Polaroid e l’altra.
Due uguali bordi bianchi possono significare un lasso di pochi secondi oppure di intere giornate, così come rappresentare un solo passo o una camminata di quaranta chilometri. Le posizioni sfalsate sono come allusioni a movimenti della testa, le variazioni cromatiche come richiami alla precarietà della condizione umana.

La questione del paesaggio, che sia di ieri o di oggi, di Guilin oppure di Marsiglia, è sempre la stessa: dove collocare l’uomo? Quale posto si riserva il fotografo e con lui lo spettatore? L’artista sceglie i propri punti di forza nelle vedute che compone, e ciacuno di essi, minuscolo o enorme che sia, rivela attraverso l’opera la sua personale filosofia.”

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