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Casa di Livia

Tipologia: Monumenti

Indirizzo

Indirizzo: Via di San Gregorio, 30
Zona: Rione Celio (Terme di Caracalla) (Roma centro)

Contatti

Telefono: 06 39967700 Coopculture (tutti i giorni dalle 10.00 alle 15.00)

Orario

Sito temporaneamente chiuso.

Informazioni

Modalità di partecipazione: Prenotazione consigliata

Descrizione

L'edificio noto come Casa di Livia venne costruito sul Palatino, molto probabilmente, nella prima metà del I sec. a.C. e subì una sostanziale ristrutturazione (a cui si devono i meravigliosi affreschi visibili oggi) intorno al 30 a.C.. Gli ambienti presentano una decorazione pavimentale molto semplice, realizzata con motivi a tessere nere su fondo a tessere bianche, mentre ricca e suggestiva è la serie di affreschi che rivestono le pareti.
Il TABLINUM, la stanza principale insieme al TRICLINIUM, racchiudeva la sequenza di pitture più interessante, alla luce di quanto conservatosi fino ad oggi. Gli affreschi ancora leggibili mostrano un basso podio sormontato da una serie di colonne che tripartiscono la parete e sorreggono un finto soffitto cassettonato che sfonda la prospettiva, creando un'illusoria tridimensionalità. Nello spazio tra le colonne si aprono vedute immaginarie: nella sezione centrale della parete di destra è possibile riconoscere la copia di un celebre dipinto dell'antichità "Io sorvegliata da Argo e Mercurio che giunge a liberarla", un noto episodio della mitologia che venne magistralmente dipinto da Nicia. Nella parete di ingresso, invece, si trovava raffiguarato il mito di Polifemo e Galatea, oggi purtroppo quasi scomparso. Ai lati dei quadri centrali, altre finte aperture spaziano su vedute di architetture fantastiche e paesaggi immaginari, mentre le finte architetture sono arricchite di motivi decorativi quali sfingi, figure alate e candelabri. Nella stanza adiacente, la decorazione più semplice, ma non meno suggestiva, mostra la parete percorsa da festoni e ghirlande con frutta, incorniciate da un analoga serie di colonne ed elementi architettonici. Un fregio a cornice corre lungo tutta la parte superiore della parete: la tecnica simile allo schizzo e l'impiego delle lumeggiature rendono mossa e vivace la sequenza dei soggetti egittizzanti. L'edificio viene attribuito a Livia, la moglie di Augusto (ma altri hanno ipotizzato la Livia figlia di Tiberio Nerone) poichè sulle tubature in piombo ritrovate è inciso il nome del proprietario: IULIA AUGUSTA.

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Vedi anche

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Data di ultima verifica: 17/05/23 10:06