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Il mausoleo di Cecilia Metella - Trasformazioni da Tomba a Castrum medievale - Info.roma.it

Data: 27/05/18

Orario

Domenica 27  Maggio  2018 ore 11.00

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via Appia Antica, 161
Zona: Quartiere Appio Latino (Roma sud)
Appuntamento presso la scala di ingresso al complesso

Informazioni

Modalità di partecipazione: Prenotazione obbligatoria

Contatti

Telefono: 06 7886254 e Parco Archeologico dell'Appia Antica 06 4778 81
Cellulare: 3275798923

Descrizione

Il Mausoleo di Cecilia Metella è uno dei più celelbri monumenti funerari dell'Appia antica. Situato su un'altura, al terzo miglio della regina viarum, esso era dedicato a una donna che apparteneva ad una delle più importanti famiglie romane. Poco sappiamo della sua vita, a parte le informazioni ricavate dall'iscrizione sulla lapide posta tuttora sulla parte alta del monumento, “Caeciliae Q. Cretici F(iliae) Maetellae Crassi”, i resti di Cecilia, figlia di Quinto Metello Cretico, console che conquistò Creta e moglie di un Crasso. Proprio per la presenza dell'iscrizione e della decorazione con festoni, ghirlande e teste di bue, il Mausoleo e l’intera zona vennero denominate in epoca medievale “Capo di Bove” .
Nell’XI secolo il monumento e l’intera area di questo tratto dell’Appia fu di proprietà dei Conti di Tuscolo, al fine di poter controllare la via che conduceva ai loro possedimenti meridionali. Il Castrum Caetani risale all’XI secolo ma fu restaurato e rafforzato nel XIV secolo dalla famiglia Caetani con l’inclusione del vicino mausoleo. Inoltre, una bolla pontificia del 12 maggio del 1302 concede a Francesco Caetani i diritti sulla chiesa di S. Nicola, eretta all’interno del complesso. La chiesa è un esempio dell’uso, comune in epoca medievale, di fabbricare edifici sacri all’interno dei cortili dei castelli.
Già pochi anni dopo la morte del papa, i Savelli occuparono il castello, che divenne un loro importante baluardo. Il dominio dei Savelli non fu molto lungo: nel 1312, Giovanni Savelli si schierò contro l’imperatore Enrico VII a fianco di papa Clemente V, scelta che costò cara al Castello poiché l’imperatore fece prendere d’assalto Capo di Bove e il piccolo borgo fu dato alle fiamme. Poco dopo l’area passò in mano ai Colonna, i più fieri avversari dei Caetani. All’inizio del XV secolo vi furono gli Orsini, anche se il fortilizio di Capo di Bove, da quel momento, venne utilizzato soprattutto come luogo di accampamento per le truppe in marcia verso Roma.

 

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Data di ultima verifica: 07/05/18 09:46