Monica Ferrando. Bianco, nero, in levità passare. Opere recenti
Orario
Dal 7 marzo al 17 maggio 2020 - prorogata al 6 settembre 2020
Giorno di chiusura: lunedì
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Orari museo giugno - settembre
Da martedì a venerdì e festivi ore 13.00 - 19.00 (ingresso fino alle 18.30)
Sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
Orari museo ottobre - maggio
Da martedì a venerdì e festivi ore 10.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30)
Sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
Ospitato in
Indirizzi
Informazioni
gratuito
La MIC card è acquistabile nei musei e online
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
Promossa da
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Descrizione
Mostra pittorica di Monica Ferrando di una prospettiva evidentemente non conclusiva, ma dinamica. Come in un haiku o in un surimono, il vuoto, il puro bianco o il puro nero della tela.
La mostra presenta due serie di quadri, una bianca e una nera. Tradizionalmente coperta da uno sfondo, viene qui resa attiva come parte integrante dell’immagine: come una soglia del visibile e una prospettiva concreta verso un invisibile ignoto. Il visibile liberato dal suo sfondo e dal suo contesto resta tuttavia aperto e in balìa della luce: esso proietta un’ombra, ma non nel luogo - suolo, muro o parete - dove lo vediamo stare, ma sulla tela bianca dove va a posarsi la sua immagine attraverso il gesto pittorico.
Una prospettiva tale da non poter rientrare comodamente in un solo concetto, ma sollecitata da un libero gioco di concetti tutti ugualmente e pittoricamente plausibili. Ho lavorato a lungo col fondo oro, non dipingendo nulla che non avesse questa specie di segreta legittimazione "trascendente" che sembra coincidere con la luce: era la convinzione profonda trasmessa dalla tradizione delle icone, che abbracciavo e cercavo di trasferire alla pittura tout court.
Poi ho visto che il fondo tendeva sempre di più a salire in superficie, arrivando anche a cancellare le figure dipinte.
Questo affiorare del fondo ha portato, a un certo punto, alla negazione di ogni fondo, lasciando che apparisse la tela bianca senza preparazione e intervento alcuno. Oppure la tela nera, intatta. Il nero dischiude possibilità inconfessabili.
E’ la notte del corpo e della memoria, della mente e della materia dopo la loro consumazione nell’attesa della prossima vita. Qui, nella cecità dell’occhio e nell’assenza dell’oggetto, ho inseguito con la pittura quella forma della Terra chiamata paesaggio, cercando di rendermela vicina e di portarne alla luce almeno un lembo.