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Data: da 01/04/19 a 03/04/19

Orario

da lunedi 1 a mercoledì 3 aprile 2019
Ore 21.00

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via del Mortaro, 22
Zona: Rione Trevi (Quirinale-Tritone-Barberini) (Roma centro)
angolo via del Tritone

Informazioni

La programmazione potrebbe subire modifiche o annullamenti. Si consiglia di verificare il sito e/o la pagina facebook del teatro.

Contatti

Descrizione

Il paese di chi se ne va
scritto e diretto da Francesca Muoio
con Anna Carla Broegg, Marianita Carfora, Cesare D'Arco, Renato De Simone, Morena Di Leva, Valeria Frallicciardi, Matteo Mauriello, Francesca Muoio, Davide Paciolla, Luca Trezza
   

È un sabato d’agosto, 1960. Caterina ‘a pazza si aggira per le strade del quartiere con in mano una torta con una candelina. “Panna e cioccolato a vivi e muort lev’ ‘o sciat” continua a bisbigliare ed Alice incuriosita decide di seguirla. Inizia così il suo viaggio senza tempo nel paese che è sempre esistito, che esisteva sin da prima di mai.
Ad accoglierla una piccola comunità che attende con ansia l’inizio di una festa.

Nelle ore che scandiscono l’attesa, un turbinio di urla festanti, di giochi infantili, di idee sussurrate, di riti gridati e preghiere dovute, di sogni raccontati e desideri mancati, di balli, confessioni, catastrofi e canti. Alice affronta spaventata e divertita la quotidianità delirante di quel paese lontano lontano.

E i suoi ricordi riaffiorano, le storie si mescolano e ritornano le favole narratele dal padre. "Na favola è comme a na preghiera e nu scrittore è comme a nu Dio. E se ci credi veramente nu segreto r’ ‘a vita te rivela."
È nella fede costante che riponiamo in un sogno o in una favola la dimostrazione concreta della loro esistenza.
E Alice si ritrova a scontrarsi con la veridicità di questo assunto.
Col corto circuito di una realtà dominata proprio dalle dinamiche di quei sogni e di quelle favole che, mischiandosi a quelle della vita reale, ne stravolgono il senso, lo sintetizzano, lo enfatizzano.

Dal cielo piovono saluti, un cane è il messaggero di Dio, la guerra dura quanto una canzone e tanto altro è possibile nell’onirica danza tra prosa e poesia consumata nel paese di chi se ne va.
Tutta questa tempesta di suoni, parole ed immagini inonda la piccola Alice che, solo dopo aver affrontato l’intero viaggio, solo dopo aver attraversato paure e memorie, fantasie e silenzi potrà partecipare alla festa tanto attesa dagli abitanti del luogo.

Una ballata di voci e di corpi. Una ricostruzione di fatti irrealmente avvenuti. Quel girotondo tribale ed eterno in cui la vita e la morte, tenendosi per mano, ostinate girano disperatamente e gioiosamente assieme. "E sulo int’ all’uocchie dei cani, dei pazzi e dei poeti si riesce a spià na briciola ‘e memoria di tutto questo immenso e insensato girare".

Parole chiave

Data di ultima verifica: 11/03/19 17:03